La ricerca sulle piccole scuole nella rivista Educazione Aperta!

E’ disponibile online un nuovo numero della rivista scientifica EducazioneAperta. Rivista di pedagogia critica (fascia A per i settori 11D1 e 11D2).

Il N.11/22 dal titolo “Quale cooperazione digitale? Repertori, pratiche, relazioni”  vuole accompagnare il lettore a  “vedere” forme di elaborazione e trasmissione culturale che, come dice Roberto Maragliano in apertura, eccedono dai canoni scolari ma sono già davanti ai nostri occhi, vivono indipendentemente dal nostro riconoscimento.

Due i contributi dei ricercatori che lavorano con e per le piccole scuole.

Il primo contributo di Laura Parigi dal titolo “Noi si fa così. Scritture collettive a scuola durante la quarantena Covid19” presenta l’analisi della documentazione delle esperienze realizzate da oltre settanta insegnanti  in “Spaesi. Un laboratorio di geografia fantastica” , prendendo in considerazione gli strumenti digitali e i processi di scrittura, le “regole di partecipazione” elaborate dai gruppi, allo scopo di identificare un repertorio di tecniche cooperative per il lavoro a distanza. Sono analizzate inoltre le forme espressive e testuali praticate dalle classi (testi narrativi, fiabe, filastrocche etc.), i linguaggi e i codici utilizzati per la realizzazione dei testi, per comprendere quali apprendimenti curricolari e trasversali sono interessati dalla pratica della scrittura collettiva in ambiente digitale. Infine, l’analisi identifica alcuni temi ricorrenti nei testi elaborati dalle classi.

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Il secondo contributo di Giuseppina Rita Jose Mangione, Michelle Pieri e Massimo Faggioli dal titolo “Fare scuola a classi aperte in rete. Sperimentazione di didattica condivisa in piccole scuole isolate e con pluriclassi” , presenta la sperimentazione del modello Classi in Rete in Abruzzo ha coinvolto 12 piccole scuole tramite approccio metodologico di analisi di tipo design-based research.  Il lavoro presenta l’esperienza di formazione e intervento condotta in collaborazione con L’Università Telematica degli Studi IUL e con il gruppo di ricerca dell’ ÉCOLE ÉLOIGNÉE EN RÉSEAU del Québec e permette di comprendere l’impatto che il modello ha avuto nelle classi sperimentali in termini di collaborazione, interdisciplinarità, riorganizzazione dei tempi e degli spazi di lavoro tra classi delocalizzate ma in comunità tra loro.

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Un ringraziamento a Irene Culcasi, Vincenzo Schirripa, Antonio Vigilante che hanno accolto i contributi INDIRE in questo bellissimo numero.