La scuola diffusa

Accordo scientifico INDIRE – Comune di Reggio Emilia

Nel 2020 INDIRE ha sottoscritto un Protocollo di intesa con il comune di Reggio Emilia per studiare i tratti di un modello di scuola diffusa proposto e adottato da 11 Istituti Comprensivi del territorio. Gli alunni di 11 IC si sono infatti ritrovati a fare scuola in musei, centri sociali, spazi civici, agriturismi, parrocchie, per un totale di 19 nuovi spazi individuati per 49 classi sulle 427 totali e 1150 alunni circa tra scuola primaria e secondaria di primo grado. Abitare spazi della cultura, come i musei civici ad esempio, ha quindi rappresentato un’occasione per sperimentare nuove forme di didattica in collaborazione con il personale stesso dei musei e quindi di interagire direttamente con gli ambienti, le collezioni e le competenze degli addetti culturali.

A partire dall’esperienza di osservazione dei cambiamenti delle realtà scolastica nel periodo pandemico e alla luce del Piano scuola 2020-2021 che ha individuato nel Patto educativo di comunità lo strumento per la costruzione di solide, concrete alleanze fra scuole, Enti Locali, realtà del terzo settore, istituzioni pubbliche e private, INDIRE attraverso il gruppo di ricerca delle Piccole Scuole si pone l’obiettivo di comprendere in che modo il “Patto educativo di comunità” sia un dispositivo che permetta alla scuola di estendersi avvalendosi dei terzi spazi educativi come musei, biblioteche, teatri all’aperto al fine di intercettare buone pratiche da trasferire e replicare in quei contesti dove risiedono le piccole scuole.

Il progetto “scuola diffusa” nasce per rispondere al fabbisogno di spazi scolastici aggiuntivi e rappresenta un’azione di potenziamento della qualità scolastica attraverso l’ampliamento delle opportunità offerte agli studenti.

Report di Ricerca

La scuola diffusa. Spazi, didattica, interprofessionalità. Analisi dell’esperienza di Reggio Emilia

Autori: Giuseppina Cannella, Stefania Chipa, Giuseppina Rita Jose Mangione, Francesca De Santis

La scuola diffusa di Reggio si inserisce e restituisce una visione di scuola come bene comune non solo per i soggetti che sono coinvolti direttamente nel suo funzionamento quotidiano, ma anche per la comunità allargata del territorio. 

In questo report viene illustrata la ricerca condotta da INDIRE, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, per indagare i cambiamenti avvenuti rispetto alla forma scolastica tradizionale, con particolare riferimento alla collaborazione interprofessionale e alla consapevolezza spaziale quali condizioni necessarie per permettere alla scuola di ripensare la propria offerta educativa diffusa. La ricerca, basata prima su un caso studio strumentale e poi su studi di caso plurimi in specifiche aule decentrate, permette la trasferibilità di concettualizzazioni e strumenti in altri contesti che, analogamente a quelli già investigati, si distinguono per l’attuazione di un contratto educativo sociale. I casi di studio consentono al gruppo di ricerca di modificare o ampliare la prospettiva teoretica di partenza e posizionare le indagini sul modello di scuola diffusa nate a partire dalle realtà italiane anche a un livello internazionale.

Prima fase: Caso di studio strumentale

Nel corso dell’anno scolastico 2020-2021 fra gli 11 Istituti Comprensivi (IC) coinvolti nell’esperienza di scuola diffusa del Comune di Reggio Emilia, INDIRE ha individuato l’IC “A. Manzoni” quale studio di caso rappresentativo di una scuola diffusa. Questo istituto ha sperimentato il dispositivo della settimana al museo: ogni classe della scuola, a turno, si è trasferita per una settimana intera nel vicino Museo Civico di Reggio Emilia. Questa esperienza ha spinto i docenti a progettare le attività didattiche in equipe con gli educatori del museo e a porre in stretta relazione le attività con gli spazi della classe e del museo.

L’esperienza di scuola diffusa di Reggio Emilia si basa su un progetto di alleanza educativa stabilito fra il Comune e gli 11 IC della città. Per creare degli ambienti di apprendimento allargati al territorio, il Comune ha svolto una mappatura dei terzi spazi pubblici e privati posti in prossimità dei 19 plessi afferenti agli 11 IC. Sulla base dei principi di sussidiarietà e corresponsabilità educativa richiamati dal Piano scuola 2021 (MI, 2020) e dalla circolare dell’USR Emilia Romagna, sono stati stipulati dei Patti educativi di comunità fra ciascun istituto comprensivo e i diversi attori pubblici-privati coinvolti.

Lo studio di questa realtà ha permesso ai ricercatori INDIRE di individuare quegli elementi che riescono a scardinare alcune delle dimensioni del modello di educazione dominante (Maulini, Perrenaud, 2005) e che contribuiscono alla realizzazione di una scuola che si pone come riferimento culturale e formativo per la comunità (OECD, 2020) e in cui curricoli ed esperienze didattiche emergono come il frutto di una “conversazione animata tra dentro e fuori l’aula” (Bruner, 2015).

Al termine dello studio di caso è stata prodotta una video-documentazione della pratica presentata durante il Convegno “Scuola diffusa, la città che si fa scuola” tenutosi il 10 settembre 2021 presso il Teatro Ariosto di Reggio Emilia.

Seconda fase: Caso di studio plurimo e indagine su tutte le scuole

A partire dal 2022 la ricerca assume un carattere più valutativo avvalendosi di studi di casi plurimi per poter restituire le prime generalizzazioni su elementi disruptive rispetto a una forma dominante del sistema scolastico. Questa fase si è articolata in tre step:

  1. Ricognizione dei contesti e individuazione delle ipotesi pedagogiche: è stata pianificata una raccolta di schede di rilevazione dei contesti, rivolte a tutte le scuole/plessi dei 12 IC coinvolti nell’esperienza di scuola diffusa proposta all’interno del Patto della città. La scheda chiedeva alle scuole di fornire informazioni di ingresso su alcune dimensioni chiave (spazio, interprofessionalità, trasposizione didattica) intercettate nel caso strumentale e legate ai tratti di un modello dominante per comprendere i cambiamenti nell’ottica di una scuola diffusa.
  2. Esplorazione delle esperienze per l’individuazione dei casi plurimi: in un secondo step, la ricerca è proseguita assumendo un carattere esplorativo in merito alla raccolta delle esperienze che hanno caratterizzato la visione di scuola diffusa di Reggio Emilia. I ricercatori, in modalità collaborativa con i pratici (docenti e educatori del territorio), hanno predisposto un format di Learning Story da far compilare alle realtà selezionate, ritenute, tramite la prima analisi ricognitiva, interessanti dal punto di vista del tempo trascorso negli spazi esterni alla scuola e della collaborazione realizzata tra i docenti e gli educatori del territorio. Tali realtà, ospitate in tre tipologie di aule decentrate – all’aperto (agriturismo), negli spazi culturali (musei civici) e negli spazi maker (atelier educativi) – sono state oggetto di osservazione indiretta tramite un dispositivo di natura narrativa.
  3. Valutazione e generalizzazione attraverso studi di caso plurimi: In un terzo step, la ricerca, ha assunto un carattere più valutativo dapprima sugli spazi estesi e sulla consapevolezza rispetto all’uso delle aule decentrate e poi sull’interprofessionalità messa in campo tra docenti, esperti e educatori.
Spazio di lavoro riservato alle scuole coinvolte nella ricerca