È noto a tutti come il 27 gennaio, giorno della liberazione di Auschwitz, sia dedicato alla Memoria della Shoah. Più che un Giorno della Memoria è negli anni diventato prima una settimana, poi un mese intero in cui vengono proposti gli eventi più vari, dai seminari nelle scuole agli spettacoli, passando per incontri, concerti, presentazioni di libri che vengono fatti uscire apposta in quel periodo. Una data importante, che permette di ragionare, studiare, approfondire, ma che si è anche trasformata in una sorta di grande macchina macina eventi. Esiste però un’altra data, istituita nel 1953 da una legge firmata in Israele dall’allora primo ministro David Ben-Gurion e dal presidente Yitzhak Ben-Zvi: il nome completo della sarebbe Yom HaZikaron laShoah ve-laG’vurah (Il giorno del ricordo dell’olocausto e dell’eroismo) ma è nota come Yom ha Shoah, Giorno della Shoah. Si tratta si una giornata dedicata al ricordo in maniera molto diversa dal 27 gennaio, in cui prevalgono riflessione, ricordi e soprattutto il silenzio, che in Israele ferma tutto il paese per un tempo che pare infinito, un tempo in cui qualsiasi attività viene fermata, le classi tacciono, i lavoratori si fermano e chi è in macchina, ovunque si trovi, si ferma, scende, e resta in piedi insieme ad altri milioni di persone.
“Nyosha” dell’israeliana Liran Kapel. Il suo pluripremiato cortometraggio è basato sulla storia di una sopravvissuta alla Shoah e racconta i sogni di una bimba di dieci anni, convinta che se riuscirà a comprarsi un paio di di scarpe riuscirà a salvarsi.
Articolo tratto da Cartoni per pensare di Aida Treves