Un paese con l’esse davanti
Tanti anni fa, giocando con le parole, “il favoloso Gianni” immaginò un Paese con l’esse davanti dove un giorno arrivò Giovannino Perdigiorno, un grande viaggiatore: un paese dove gli “stemperini” facevano ricrescere le matite anziché consumarle, dove c’erano “staccapanni” con tanti cappotti e giacche per chi ne aveva bisogno e “scannoni” e “strombe” per disfare la guerra. È uno dei tanti esempi di come Rodari ha dato corpo all’idea che la fantasia non è una via di fuga dal mondo, ma un modo per dar senso alla realtà, per immaginarla differente: un allenamento all’utopia («cosa accadrebbe, per esempio, se nel mondo sparisse il denaro?») che, come scriveva, non è meno educativa dello spirito critico. «Con le storie e i procedimenti fantastici per produrle noi aiutiamo i bambini a entrare nella realtà dalla finestra, anziché dalla porta. È piú divertente: dunque è piú utile».
Per certi versi, in questi giorni strani anche il nostro è un Paese con l’esse davanti: un po’ sospeso e un po’ a soqquadro. Per contrastare l’ondata di contagi di un virus che fa tanta paura, la nostra libertà di movimento è fortemente limitata e dobbiamo rinunciare a molte delle nostre routine. Siamo costretti a stare a distanza, a restare a casa, chiusi “dentro”, mentre i luoghi delle nostre abitudini cambiano fisionomia perché si svuotano della nostra presenza.
Forse, non potendo aprire la porta, in questo momento tanti, adulti e bambini, insegnanti e studenti, sono alla finestra. Finestre vere, finestre virtuali che servono a restare in contatto tra noi, finestre “nella testa” per cercare di capire quanto sta accadendo, finestre della memoria per tornare a quegli spazi che abbiamo abbandonato: le scuole, i luoghi di lavoro, le piazze, le strade, i giardini, mare e montagna, paesaggi e cieli.
Abbiamo pensato allora che poteva essere bello usare queste finestre come ci suggeriva di fare Rodari; per pensare la realtà attraverso quella grammatica della fantasia alla quale ha dedicato una buona parte della sua vita di intellettuale.
E per questo vi proponiamo un laboratorio di scrittura collaborativa a distanza da fare con le vostre classi, fra le tante cose che già state facendo per colmare la distanza che questa emergenza ha provocato: create con i bambini storie, filastrocche, giochi di parole, canzoni su quello che in questo momento sta “fuori”, su ciò che si vede dalla nostre finestre vere, immaginarie e metaforiche, per costruire una geografia inventata dalla lingua. È una geografia che dovrebbe servirci un po’ ad attraversare questi giorni, un po’ all’utopia e molto al divertimento che, come ci diceva Rodari, è utile sempre e di più ora.
Ci piacerebbe aiutarvi dandovi ulteriori stimoli per fare didattica in rete, facendo in modo che i lavori che gli insegnanti vorranno realizzare nelle loro classi possano essere condivisi in un spazio comune dove leggersi a vicenda, per costruire un po’ alla volta un “atlante di geografia fantastica”, una mappa dell’immaginario dei piccoli e dei grandi che speriamo si metterà in moto. Anche questo per sentirsi meno isolati in questo momento.
Noi dell’Indire allestiamo uno spazio virtuale nel Movimento delle Piccole Scuole, e mettiamo a disposizione quello che abbiamo imparato, in tutti questi anni di lavoro sulle tecnologie, a proposito della scrittura a distanza: le esperienze degli insegnanti che abbiamo documentato, i tutorial di applicazioni e ambienti online, le soluzioni per mettere gli alunni, tutti gli alunni, nella condizione di partecipare. Organizzeremo un ciclo di webinar. Ci accompagneranno in questo percorso con due studiose di Gianni Rodari, Vanessa Roghi, storica e autrice di Lezioni di Fantastica (in corso di pubblicazione) e Ilaria Capanna, curatrice della Biblioteca privata della Famiglia Rodari, che ci aiuteranno ad entrare nella Grammatica della fantasia in modo da utilizzarla per attraversare più discipline e comporre filastrocche, poesie, racconti.